
IL CORPO SA PRIMA DELLA MENTE: CONSAPEVOLEZZA CORPOREA, RESPIRO E MOVIMENTO NEL MIO PERCORSO
Ci sono cose che il corpo sa prima di noi. Trattiene emozioni, ricordi, tensioni. Si adatta, protegge, trova il modo di farci andare avanti. E poi, quando gli diamo lo spazio giusto, sa anche liberarsi.
Lavorare con il corpo, il respiro e il movimento non è qualcosa che si insegna. È qualcosa che si scopre insieme, con delicatezza, presenza e rispetto.
Ogni persona porta con sé una storia unica, un modo di sentire, trattenere, lasciarsi andare.
Il mio compito è semplice e profondo: creare uno spazio sicuro, dove il corpo possa esprimersi senza paura, e dove il bodywork miofasciale e il breathwork consapevole diventano strumenti concreti per facilitare il rilascio emotivo, l’ascolto interiore e una trasformazione che parte dal corpo ma tocca tutta la persona.
DAL CAMPO DA BASEBALL ALLA CONSAPEVOLEZZA CORPOREA: L’INIZIO DI UN PERCORSO UMANO
Il mio viaggio è iniziato con il movimento. Il baseball è stata la mia prima grande passione, sin da bambino. Ho seguito quella strada fino a diventare un professionista, arrivando a rappresentare l’Italia alle Olimpiadi del 1996. Anni di allenamento mi hanno insegnato la disciplina, la resistenza, l’importanza di affidarmi al corpo e al suo istinto.

Nel gesto atletico, così come nella vita, quando c’è troppo controllo il movimento si irrigidisce. Quando lasci spazio alla fiducia, il corpo sa cosa fare.
Con il tempo ho iniziato a sentire che il corpo non era solo forza e coordinazione, ma anche memoria, emozione e ascolto.
Un ponte tra ciò che sentiamo e il modo in cui ci muoviamo nel mondo.
IL CORPO RACCONTA LA NOSTRA STORIA:
ASCOLTO, MEMORIA ED EMOZIONI NEL BODYWORK
Ho iniziato a esplorare il corpo da altre prospettive. Ho lavorato con persone affette da demenza e difficoltà psichiatriche, formandomi come Animatore Professionale della Regione Piemonte.
Lì ho visto quanto il corpo sia memoria, linguaggio. Quanto il tocco consapevole e la presenza autentica possano aprire spazi che le parole non raggiungono.
Ho imparato che non possiamo sempre dare risposte, ma possiamo esserci.
A volte basta un respiro profondo, una presenza più vera, un momento in cui qualcuno sente di non essere solo.

PEDAGOGIA TEATRALE E RELAZIONE DI CURA:
IL CORPO AL CENTRO DELLA COMUNICAZIONE
Per approfondire questa dimensione, mi sono avvicinato al teatro.
Ho studiato all’École Philippe Gaulier a Parigi e lavorato con Pierre Byland, scoprendo che il corpo non è solo espressione, ma anche risonanza, connessione, verità.
Quella che era nata come una ricerca è diventata una vera esperienza di vita, un viaggio attraverso la spontaneità, l’autenticità e la presenza nel momento.
Sul palco ho scoperto che il corpo non mente mai. Racconta anche quando non ce ne accorgiamo.
Mentre lavoravo nel teatro, ho iniziato a formare operatori sanitari, educatori, medici e terapeuti sulla comunicazione non verbale e sulla relazione di cura. In questo percorso ho unito la pedagogia teatrale con l’esperienza maturata accanto a persone con fragilità, esplorando nuovi modi di entrare in contatto con chi non comunica con le parole.
Durante queste formazioni vedevo le persone stupirsi di sé stesse, di come il corpo rispondesse e si muovesse in modi inattesi. Era come se incontrassero una parte di sé mai davvero osservata. Sentivo il bisogno di strumenti per sostenere quei momenti, creando spazi di fiducia in cui le persone potessero esplorarsi senza forzature.
Ed è lì che è nata una nuova intuizione: il corpo non solo racconta, ma trattiene.
E a volte, per lasciar andare, ha bisogno di un aiuto consapevole.

“Quando il corpo si apre, il cuore può connettersi senza sforzo.”
Satyarthi Peloquin
BODYWORK E BREATHWORK: IL CORPO SI LIBERA ATTRAVERSO RESPIRO, MOVIMENTO E TOCCO CONSAPEVOLE
Così ho approfondito il bodywork e il breathwork, partendo da Osho Pulsation, un approccio che mi ha mostrato quanto il respiro consapevole possa smuovere emozioni profonde, riportare energia dove prima c’era chiusura, e liberare ciò che il corpo trattiene.
È stato un incontro potente con il corpo non solo come struttura fisica, ma come spazio di trasformazione, energia in movimento, memoria viva.
A questo ho affiancato il Myofascial Energetic Release (MER), un metodo di rilascio miofasciale che lavora in profondità sulle fasce muscolari e le tensioni accumulate.
Ho visto come il tocco consapevole, il respiro profondo e il movimento fluido possano aiutare il corpo ad aprirsi, lasciando andare non solo il peso fisico, ma anche quello emotivo.
Poi è arrivato il percorso "Primal – La prima libertà", condotto da Irene Sgarbi. L’ho intrapreso prima per la mia crescita personale, poi come assistente.
Lì ho visto quanto il corpo custodisca tracce profonde della nostra storia, condizionamenti ed emozioni antiche che ci accompagnano, spesso senza che ce ne rendiamo conto.
ACCOMPAGNARE IL CORPO A RISCOPRIRSI:
PERCORSI INDIVIDUALI E DI GRUPPO CON SENTO LIFE
Oggi il mio lavoro è tutto questo: integrare respiro, movimento e ascolto profondo per accompagnare ogni persona a ritrovare il proprio spazio, sciogliere ciò che non serve più e tornare a sentire davvero.
Lavoro con percorsi individuali e di gruppo: spazi protetti in cui il corpo può esprimersi, respirare, lasciarsi andare senza giudizio. Non porto tecniche miracolose, né risposte pronte. Porto l’ascolto, l’incontro umano, il rispetto per il momento in cui qualcosa si muove.

Nel tempo ho formato operatori sanitari, educatori, medici e terapeuti, aiutandoli a sviluppare una maggiore consapevolezza corporea e a migliorare la relazione d’aiuto.
Ho lavorato in ospedali, case di riposo, strutture psichiatriche e accademie teatrali, portando il bodywork e il respiro consapevole al centro della cura e della comunicazione. Collaboro con GINCO – Gruppo Invecchiamento Consapevole, di cui sono membro fondatore, per promuovere benessere e consapevolezza corporea in tutte le fasi della vita.
Ma questo lavoro non è solo per chi si prende cura degli altri.
È per chiunque senta che qualcosa dentro di sé chiede spazio: un’emozione, una tensione, un respiro trattenuto
Possiamo lavorare in italiano o in inglese, a seconda di cosa ti fa sentire più a tuo agio.